Lo scorso 23 Maggio 2015, si è tenuto a Vimercate, presso la sede di Alcatel-Lucent all’Energy Park, il Mini Italian Agile Day.
Anche in occasione di questo evento Facile.it si è presentata con una piccola delegazione. Sono andato all’incontro cercando di polarizzare bene le mie aspettative della giornata. Da un evento della comunità Agile mi aspetto un confronto, una crescita, nonché l’occasione di incontrare qualche volto amico, qualche ex collega o qualche guru a cui chiedere consiglio!
Parlare di recensione della giornata mi sembra inappropriato. Preferisco soffermarmi su cosa mi ha colpito e cosa mi sono portato a casa da questa esperienza.
Welcome coffee
Partiamo dal primo impatto: la location. Beh, complimenti ad Alcatel perché ha una sede molto bella! raggiungerla in auto non è stato tanto difficile e tutto quel verde dentro e fuori dagli uffici trasmette una bella sensazione. Come al solito sono in ritardo, giusto il tempo di un caffè, offerto dal nostro host, e qualche stretta di mano e subito si comincia.
Keynote
Il keynote è di Cliff Hazell, un ragazzo che fa l’agile coach in Spotify. Ha illustrato una tecnica di visualizzazione della conoscenza e dei processi su una grande parete con dei post-it. Un qualcosa che mi ha ricordato l’event storming che ho visto raccontare da Alberto Brandolini a BetterSoftware, tuttavia mi è parso ci siano alcune differenze. In entrambi i metodi il risultato finale è una parete piena di post-it che spiegano il modello da sviluppare. Nell’event storming, la creazione partecipata della parete è l’evoluzione degli stati del modello sono il punto focale. Non ho mai avuto il piacere di usare event storming, ma tutte le presentazioni che ho visto delineano il modo in cui la parete “si riempie”, mentre ho poche informazioni su come questa poi si traduca in software. Piuttosto, mi pare di aver colto che Cliff ponga molta enfasi su come man mano la conoscenza che stiamo visualizzando si evolva e man mano si traduca in componenti software. Mi intriga l’ipotesi di combinare le due cose!
Agile e il business delle aziende
La mia giornata prosegue parlando di Startup e Lean con Felice Pescatore. Una sessione sul percorso “dal garage al grattacielo”. Bello stile, coinvolgente! Ho già letto tanto su Lean, purtroppo non ho portato via nulla di nuovo. Anche il talk successivo Kanban experiment, su Kanban, non mi ha detto nulla di nuovo. Mi piace però constatare che molti gruppi di lavoro che si stanno avvicinando alle metodologie Agili, scelgono Kanban.
Large Scaling SCRUM
Dopo un buon pranzo, ho assistito ad una sessione su Less. E quì rimango veramente sorpreso in positivo. Non conoscevo Less e penso se ne dovrebbe parlare di più, soprattutto in aziende con tanti gruppi di lavoro diversi. Francesco Sferlazza ha raccontato come in Alcatel hanno introdotto Less (Large Scaling SCRUM). In sostanza, si tratta di un framework per attuare SCRUM in aziende composte da svariati sottogruppi che fanno SCRUM che però hanno delle dipendenze vicendevoli. Con SCRUM si dovrebbero costituire dei gruppi completamente indipendenti, composti da tutte le risorse necessarie per realizzare l’obiettivo. In realtà estremamente complesse, come appunto una grandissima azienda di telefonia, non è possibile considerare nello stesso aggregato i manutentori delle centraline telefoniche con gli esperti di design dei dispositivi da installare. In sostanza, si deve armonizzare il lavoro di gruppi diversi in cui in ciascuno si applica SCRUM. Tutto questo mi ha colpito moltissimo perché anche nella nostra realtà (non certo così grande e complessa) alcuni elementi della filiera non riusciamo a portarli dentro tutti i team. Ad esempio i web designer o il team di marketing. Tutti i team condividono il tempo e le competenze di questi gruppi, che a loro volta fanno iterazioni settimanali (non SCRUM). Il talk mi ha illustrato alcuni dei vantaggi di Less ed ha stuzzicato la mia curiosità. Ora dovrò capire come applicarlo concretamente!
Retrospettive creative
Si è andato avanti parlando di retrospettive con Marco Di Biase, uno SCRUM Master di Bravofly. Su questo tema, devo dare il merito a Marco di aver condiviso un sacco di idee e scoperte fatte nel corso della sua esperienza. Io, ad esempio, ho iniziato a fare retrospettive con un certo format e da allora son riuscito a coinvolgere gli interlocutori più disparati del team (facciamo retrospettive tra team di addetti alla vendita e vengono fuori continue azioni di miglioramento come dalle retrospettive tra programmatori). Ma non ho mai provato a fare e farmi delle domande diverse durante gli incontri. Marco accennava che Pierluigi Pugliese gli abbia mostrato decine di approcci diversi.
Mi ha colpito in particolare il format della retrospettiva con i cerchi concentrici che Marco suggerisce di usare per le iterazioni o per i periodi in cui le cose non vanno particolarmente bene, per ragionare sui problemi: ogni cerchio è un attore; il cerchio di cosa posso controllare io per fare meglio, di cosa può controllare il team per fare meglio e cosa invece è fuori dal nostro controllo ma sta facendo andare male le cose.
Conclusioni
La serata si è poi conclusa con una carrellata di esperienze vissute da tre coach. Dalla tastiera al coaching (senza lasciare la tastiera!). Le storie delle persone sono una delle cose di maggiore ispirazione. Per me penso sia bello ripartire da qui, con qualche pillola in più, inseguendo quel miglioramento continuo che ogni giorno sa riempirci di soddisfazioni.
A presto con i prossimi grandi eventi dell’autunno!
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